Relazione sulla Comunità di Pianezza
Relazione sull’attuazione del progetto gruppo-appartamento di via Madonna della Stella 8 (Pianezza) (Luglio-novembre 1995)
Questa relazione intende descrivere gli elementi essenziali dell’intervento realizzato dagli operatori delle cooperative Il Margine e Marca nell’attuazione del progetto di gruppo-appartamento con persone provenienti dalle comunità interne dell’area socio-sanitaria dell’ex ospedale psichiatrico di Collegno.
La relazione comprende i punti seguenti:
- 1) tipologia e caratteristiche di un gruppo-appartamento;
- 2) aspetti metodologici e strumenti di intervento;
- 3) aspetti organizzativi e gestionali della residenzialità;
- 4) aspetti relazionali e dinamiche di gruppo;
- 5) aspetti progettuali riguardanti i singoli membri del gruppo;
- 6) osservazioni per la valutazione dell’attuazione del progetto.
1.
Tipologia e caratteristiche di un gruppo-appartamento
L’obietttivo generale del progetto, come precisato nella “Relazione Progettuale per la realizzazione di un gruppo-appartamento in Pianezza” del 23 dicembre 1994, rimane quello del raggiungimento del massimo di autonomia possibile.
In concreto, il raggiungimento di questo obiettivo si realizza nei seguenti ambiti: 1) la gestione del proprio denaro; 2) le scelte della vita quotidiana, 3) la gestione della residenzialità, 4) il rapporto con il territorio, 5) la creazione di un punto di riferimento associativo.
Il gruppo-appartamento costituisce una forma di convivenza nella quale persone che possiedono un sufficiente livello di autonomia personale mettono insieme le proprie risorse per aumentare la propria autonomia, attraverso la gestione della vita domestica e l’inserimento nel contesto territoriale.
Per il
raggiungimento delle finalità del gruppo-appartamento non basta che le persone
in esso coinvolte possiedano un sufficiente livello di autonomia, è altrettanto
necessario che essi arrivino alla nuovo forma di convivenza mediante un’adesione
volontaria e consapevole.
Per questo oltre la scelta accurata dei candidati è stato necessario un periodo per presentare il progetto agli interessati e per consentire loro la possibilità di una valutazione della proposta. Questa fase è particolarmente delicati in casi come il nostro, a causa del lungo periodo di internamento, della non più giovane età e ad altre difficoltà che dipendono dai singoli.
La fase di preparazione per l’attuazione del progetto di gruppo-appartamento a Pianezza è iniziata nell’ultimo trimestre del 1994, attraverso una serie di iniziative del Centro Sociale Basaglia tendenti a presentare la proposta ai candidati, in modo che fossero in grado di valutare concretamente il progetto.
Nella seconda fase (dal 4 al 17 luglio 1995), si è preparato l’inserimento delle persone che avevano accettato la proposta attivando un soggiorno diurno presso la struttura di Pianezza. In questo periodo le persone interessate si traserivano ogni mattina nella struttura di Pianezza, dove s’intrattenevano fino al pomeriggio. Questo periodo è servito agli interessati per conoscere la futura residenza e gli altri membri del gruppo e per cominciare a prendere confidenza con il territorio di Pianezza.
Le attività principali di questa fase sono state: cura e sistemazione del giardino, acquisto delle derrate alimentari, preparazione del pasto di mezzogiorno, uscite per l’acquisto dell’arredamento, uscite per la conoscenza del territorio.
All’attuazione di questa fase hanno partecipato gli operatori del Centro Sociale Basaglia e gli operatori addetti al supporto delle persone nella conduzione della struttura.
La fase di
avviamento del momento residenziale è iniziata il 18 luglio 1995, con il
trasferimento in via Madonna della Stella 8 dei mobili e degli effetti personali
degli otto ospiti delle comunità interne che avevano accettato la proposta del
gruppo-appartamento.
2. Aspetti metodologici e strumentali dell’intervento
Per aspetti metodologici intendiamo qui le modalità operative che danno una risposta alla domanda “come si fa?” Nel nostro caso concreto si tratta di spiegare come fanno gli operatori e, soprattutto, come si rapportano con i membri del gruppo appartamento nel loro lavoro quotidiano.
Per aspetti strumentali invece intendiamo le occasioni, le possibilità e le risorse di cui si dispone per continuare il percorso di autonomizzazione delle persone coinvolte nel progetto.
Lo strumento fondamentale del nostro progetto è l’assegno terapeutico, mediante il quale i membri del gruppo pagano le prestazioni degli operatori della cooperativa che diventano, di fatto anche se non formalmente, dipendenti del gruppo, in quanto pagati con i soldi dei suoi membri. Questo fatto offre loro un livello di contrattualità qualitativamente diverso da quello che possedevano nelle comunità interne. E’ chiaro che, indipendentemente dalla qualità del servizio e del livello delle prestazioni erogate nelle comunità, ciò che qualifica le situazione del gruppo-appartamento è appunto la (diversa rispetto a prima) posizione dei membri rispetto alla casa e al personale. Nel gruppo-appartamento gli ospiti sono diventati padroni di casa è il personale che vi lavora è a loro servizio per supportarli nella conduzione della casa stessa e nell’inserimento territoriale.
Le modalità adottate in questi mesi dagli operatori sono state finalizzate a rendere consapevoli gli interessati della nuova posizione acquisita nella nuova situazione del gruppo-appartamento.
Come si è
lavorato a questo scopo? In primo luogo sono state impiegate modalità di
comunicazione verbale atte a trasmettere ai membri del gruppo un messaggio il
più chiaro possibile rispetto alla nuova situazione. Il personale si rivolge ad
ognuno dei singoli tentando di stabilire con l’interlocutore un contatto visivo
mentre avviene la comunicazione verbale. Si esclude che le persone vengono
richiamate ad alta voce: l’operatore va verso l’interlocutore, se questo si
trova lontano o in un’altra stanza e si rivolge a lui verbalmente solo dopo
avere stabilito il contatto visivo.
L’abitudine acquisita nel periodo di internamento di avere come interlocutori privilegiati per la risoluzione dei propri problemi i referenti istituzionali (medici, infermieri, assistenti sociali) dovrebbe essere modificata favorendo la comunicazione tra i membri del gruppo. Si utilizzano i momenti di confronto quotidiano per dirottare verso i legittimi destinatari le comunicazioni indebitamente indirizzate verso gli operatori.
Tra l’altro costoro, quando arrivano per iniziare il servizio, si presentano ad ognuno dei membri del gruppo-appartamento e prima di andarsene chiedono ad ognuno se ha bisogno di qualcosa, indicando al momento del congedo quando riprenderà il servizio.
Questo modalità hanno l’obiettivo immediato di rendere visibile la posizione di subordinazione del personale rispetto ai membri del gruppo, sottolineando la qualità di clienti di questi ultimi.
Quindi la relazione membro del gruppo/operatore è basata su un posizione di forza contrattuale dal punto di vista economico da parte del primo, che può eventualmente cambiare la sua scelta sulla base dell’analisi della qualità delle prestazioni erogate dagli operatori. Infatti il potere contrattuale dei membri del gruppo-appartamento arriva potenzialmente alla possibilità di scegliere gli operatori. Diciamo potenzialmente perché al momento presente il gruppo non è ancora consapevole di questo diritto e non è quindi in grado di farlo valere. Il contesto associativo previsto dal progetto deve favorire tra l’altro la presa di coscienza degli utenti dei loro diritti e offrire loro la possibilità di esercitarli pienamente.
In quest’ultimo
mese, dopo che i vari membri del gruppo hanno espresso il proprio gradimento nei
confronti della nuova sistemazione, si è discusso sulla convenienza di dare un
riconoscimento giuridico al loro gruppo, arricchendolo anche con persone
esterne, per riuscire a contare di più in tutti i sensi. Entro la fine del 1995
si dovrebbe costituire un’associazione con la quale i membri del
grupppo-appartamento possono disporre di uno strumento aggiuntivo per il loro
percorso di autonomizzazione.
Intanto lo strumento quotidiano di confronto, comunicazione e discussione è la riunione che si tiene regolarmente dopo colazione. Ci si ritrova tutti nel salone per organizzare la giornata, per vedere ciò che occorre fare o acquistare e per discutere sui vari problemi. Alla riunione partecipano tutti i membri del gruppo-appartamento e il personale in servizio (normalmente un operatore e il coordinatore). Inizialmente la riunione era molto breve e la partecipazione attiva dei singoli era molto ridotta; attualmente invece la durata dipende dalla complessità e dal numero delle questioni ed è sensibilmente aumentato l’interesse di tutti.
D’altra
parte si è dovuto tenere conto dell’esistenza di due tipi di situazioni
individuali tra i membri del gruppo. Per due delle persone i livelli di
autonomia apparivano molto ridotti a causa del deficit intellettivo presente
(tale d’aver impedito l’alfabetizzazione); per la maggior parte degli altri
membri del gruppo le difficoltà per l’autonomia sociale provenivano da
difficoltà fondamentalmente relazionali.
Questo fatto ha comportato una diversificazione nella metodologia dell’intervento. Nei primi due casi citati si è dovuto privilegiare l’aspetto addestrativo dell’intervento, anche su alcuni elementi dell’autonomia personale di base, mentre negli altri casi è prevalso un intervento di supporto e di stimolo per quanto riguarda i rapporti interpersonali e i rapporti con la realtà territoriale.
Per poter realizzare questo doppio tipo d’intervento, si è ricorso ad avviare e stimolare la collaborazione e il mutuo-aiuto tra i membri del gruppo. Alcune persone si sono prese l’incarico di aiutare le altre, nelle cose nelle quali queste ultime erano meno capaci. Inoltre alcuni si sono presi a cuore l’impegno di insegnare gli altri a fare le cose: da andare a prendere il giornale, a comprare il pane e la frutta, a preparare la colazione del mattino. Così, per esempio, mentre all’inizio solo una persona era in grado di accendere il gas e preparare la colazione, adesso sono in 3/4 ad essere in grado di farlo.
E’ stato determinante l’aver risvegliato in alcune dei membri del gruppo la loro capacità di insegnare gli altri a fare qualcosa. In questo senso si può dire che la diversità è diventato una elemento di complementarità e una vera risorsa in funzione dell’assestamento del gruppo.
Si era
partiti dalla considerazione che in ogni caso gli operatori non dovevano
sostituirsi ai membri del gruppo nelle incombenze che questi erano in grado di
eseguire. E’ sorprendentemente che alcuni dei membri del gruppo sono diventati
maestri degli altri, esercitando un ruolo pedagogico che agli stessi operatori
non sarebbe stato consentito senza alterare la fisionomia del progetto.
3. Aspetti organizzativi e gestionali
3.1 Gli operatori
Inizialmente, per la conduzione del gruppo-appartamento si prevedeva che fossero necessarie circa 70 ore settimanali di supporto da parte di assistente e di circa 40 ore settimanali di coordinamento (organizzazione del servizio, supervisione e supporto degli operatori, verifica e supervisione delle dinamiche del gruppo).
Compito degli assistenti è fornire aiuto ai membri del gruppo appartamento per un potenziamento delle loro capacità di gestione della quotidianità e di inserimento nel contesto territoriale. Le ore d’intervento degli assistenti sono distribuite secondo i turni 8-14 e 16-20, per sette giorni la settimana.
Il coordinatore ha come compito sovrintendere all’elaborazione dei turni, assicurare che venga rispettata l’attuazione del progetto, secondo le indicazioni del responsabile U.S.L., e seguire le dinamiche del gruppo in modo da favorire la crescita delle capacità relazionali dei propri membri. Questo compito viene svolto in linea di massima da lunedì a venerdì, con interventi anche in giorni festivi o nel fine settimane, secondo le esigenze dei membri del gruppo o in occasione di iniziative diverse (gite, partecipazione a feste, uscite o altro). Il coordinamento copre le ore d’inizio della giornata e funge da contatto tra gli operatori dei diversi turni.
Gli operatori si trovano regolarmente ogni quindici giorni per verificare l’andamento del progetto. Inoltre il coordinatore ha un incontro settimanale di verifica con l’équipe dell’U.S.L. (responsabile del progetto, psichiatra di riferimento, assistente sociale).
3.2
L’organizzazione della giornata
La giornata è organizzata in modo tale che i membri del gruppo abbiamo la possibilità di condurre la propria vita, scegliendo le forme, modalità e tempi da loro ritenuti più adeguati.
Poiché la loro esperienza istituzionale ha ristretto notevolmente queste possibilità, si rende necessario inizialmente un periodo di passaggio che faccia loro prendere coscienza della nuova situazione. Quindi inizialmente si è partiti da un orario che garantisse alcuni momenti comunitari (riunione del mattino, pasti) che potessero servire anche per prendere coscienza della nuova situazione e delle possibilità che essa offriva.
Momento fondamentale per l’organizzazione della giornata e per la formazione dell’identità del gruppo è la riunione del mattino. Tutti i giorni feriali dopo colazione, il gruppo si riunisce con gli operatori presenti (in genere un assistente e il coordinatore) per programmare la giornata. Si decide il menu (o i cambiamenti o adattamenti necessari), le spese da fare, chi le deve fare, le forme di collaborazione per la pulizia della casa, la preparazione del pranzo, la cura del giardino ecc. secondo le esigenze. Vengono affrontati i problemi che possono essere sorti, per quanto riguarda la gestione della casa, la convivenza tra le persone, la gestione del personale ecc.
Dopo la riunione del mattino, i membri del gruppo svolgono i lavori ognuno si è impegnato a fare e, nel tempo libero, svolgono le attività che preferiscono.
Quando è
necessario gli assistenti accompagnano i singoli per le spese personali (quando
non sono in grado di realizzarle da soli). Settimanalmente sono organizzate
uscite e piccole gite (in genere a gruppi di 2/3 persone).
3.3 La cura della casa
La responsabilità nella cura della casa è un elemento qualificante dell’impegno di ognuno dei membri del gruppo. Ognuno è impegnato a tenere in ordine sia gli spazi comuni che quelli privati. Gli operatori in turno sono di supporto, intervenendo in modo che si possa garantire il massimo di efficienza senza sostituirsi ai padroni di casa.
3.4 La scelta del menu e la preparazione dei pasti
L’elaborazione dei pasti è l’elemento piu’ complesso della conduzione del gruppo-appartamento. Le persone che fanno parte del gruppo, dopo lunghi anni di vita comunitaria non sono piu’ in grado di elaborare nemmeno i pasti piu’ semplici. Il primo lavoro degli operatori consiste nel coinvolgerli nella scelta del menu quotidiano e nella preparazione dei pasti.
Alla scelta del menu si è arrivato gradatamente, partendo da una proposta di menu elaborata secondo criteri dietetici. Da questa base i membri del gruppo-appartamento sono partiti per arrivare ad una migliore conoscenza dei prodotti alimentari e di alcuni criteri qualitativi e quantitativi nella scelta dei cibi.
Attualmente i membri del gruppo preparano autonomamente la colazione e
collaborano con il personale nell’elaborazione dei pasti in tutte le loro fasi.
3.5 L’organizzazione delle spese
L’acquisto di quanto occorre per la casa viene realizzato secondo le esigenze, ma alcune spese sono programmate secondo scadenze fisse, per esempio la spesa alimentare settimanale e la spesa quotidiana (pane, verdure ecc.). Per la spesa settimanale è stato svolto un intervento realizzato dagli operatori del Centro Sociale Basaglia.
Nei mesi di settembre-ottobre 1995 è stato portato avanti un lavoro con i signori Riccardo e, in modo più contenuto Pierino, riguardo la spesa settimanale. Il mero lavoro consiste nel riempire la dispensa di tutte le vivande necessarie per il vitto della settimana e la lavanderia di detersivi per la pulizia personale e della casa. In realtà con il signor Racah si è sempre fatto un lavoro di analisi della “lista spesa”:
1) dividendo all’interno del supermercato gli spazi-merce per affrontarli in successivo ordine, es. prima latte, vino poi scatolame più leggero seguiti da prodotti che si potrebbero sbriciolare , in seguito frutta e verdura che non devono essere schiacciati e surgelati che devono passare meno tempo possibile fuori dal frigorifero.
2) Per ogni articolo un rapporto, anche presunto, qualità-prezzo, tenendo conto del peso e/o altre varianti.
Con il signor Pierino il lavoro fatto è stato in prevalenza di manovalanza per le sue minori capacità di conto e di relazione, per questo motivo l’operatore del C.S.B. ha mirato il suo intervento sul signor Riccardo che è sicuramente una persona che adeguatamente supportata ha la possibilità di fare un percorso che lo porti ad essere autonomo e a gestire in toto la questione acquisti per conto del Gruppo Appartamento.
A partire del mese di novembre si è cominciato a programmare le spese facendo distinzione tra gli acquisti di derrate a lunga conservazione (che possono essere fatti una volta ogni quindici giorni o una volta al mese) e quelle che possono essere acquistate giorno per giorno oppure ogni due/tre giorni. Questo per mettere i singoli nella condizione di potersi gestire gli acquisti autonomamente, senza il supporto degli operatori. Con questa programmazione è stato possibile ad alcuni una maggiore partecipazione e responsabilizzazione. Il Sig. Pietro, inzialmente supportato da un operatore, attualmente provvede autonomamente ad acquistare il pane, la carne, le verdure, secondo le esigenze della programmazione del menu quotidiano. In pratica si è creato un piccolo gruppo che esce tutte le mattine per fare la spesa e che rendiconta alritorno, esponendo le eventuali difficoltà trovate nel reperimento di quanto richiesto e che valuta, assieme all’operatore responsabile, le difficoltà trovate, cercando le modalità più adeguate per superarle.
Sono stati quindi privilegiate, nell’effettuare gli acquisti, le modalità più funzionali agli obiettivi dell’autonomizzazione degli ospiti e della loro progressiva responsabilizzazione nella conduzione della casa.
3.6
L’attività di giardinaggio
In collegamento con il laboratorio di giardinaggio del Centro Sociale Basaglia si è verificato la possibilità di coinvolgere nelle attività di giardinaggio Pierino, Franco e Francesco, che si sono dimostrati disponibili per la cura del giardino ed, eventualmente, per la creazione di un orto nello spazio a lato della struttura abitativa. In esso si possono coltivare piante aromatiche da utilizzare in cucina; inoltre si prevede la creazione di un vialetto fiorito (rose, tulipani) in cui siano presenti sia colori che profumi. Con la collaborazione delle persone citate saranno piantati altri alberi da frutto. S’intende stabilire un giorno alla settimana per le attività di giardinaggio collegati col laboratorio del Centro Sociale, per le quali inoltre si chiederà la collaborazione dell’Istituto Tecnico di Agraria Dalmasso di Pianezza, per i lavori di fresatura, rullatura e spianamento del terreno.
Alcuni di
questi lavori sono già iniziati e sono in fase di attuazione alla data della
stesura di questa relazione. In vista delle festività natalizie si è provveduto
a piantare nello spazio antistante la casa un abete di due metri di altezza e un
liquidambar di tre metri di altezza. Le operazioni di acquisto presso il vivaio
e d’impiantazione sono state realizzate da un operatore del Centro Sociale
Basaglia con l’aiuto dei Sigg. Franco e Pierino.
3.7 Le uscite
I membri del gruppo-appartamento tendono a passare buona parte del loro tempo libero a casa (nella bella stagione in giardino, d’inverno in camera o in salone). E’ una situazione alla quale sono spinti dalla loro condizione di pensionati, ma che è anche espressione delle loro difficoltà per la vita sociale. Per questo assume un’importanza particolare che si favoriscano le uscite, le quali sono sia occasione e strumento di integrazione sia indicatore della medesima.
Nell’attuale situazione del gruppo appartamento possiamo distinguere tre tipi di uscite funzionali all’aumento dell’autonomia: 1) uscite per i bisogni di gestione della struttura e per le esigenze personali (in pratica per le spese comuni e per gli acquisti di vestiario o simili); 2) uscite per contatti con le istituzioni (ritiro pensioni, banca, U.S.L), 3) uscite durante il tempo libero (quotidiane, settimanali, gite mensili, soggiorni).
L’autonomia dei membri del gruppo appartamento rispetto alle uscite può essere utilizzata come indicatore del percorso per misurare i progresso nell’autonomia delle persone.
Per quanto
riguarda le uscite indicate al punto 1), solo una delle persone inserite è
attualmente in possesso di una relativa autonomia. Il Sig. Pietro infatti, dopo
un periodo in cui è stato seguito dagli operatori, è in grado di uscire per le
spese quotidiane (pane, carne, frutta e verdura). Attualmente ha bisogno
unicamente di un minimo di supporto: gli si devono indicare con precisione le
quantità e la qualità dei prodotti d’acquistare. Per il resto egli è attualmente
in grado di raggiungere i negozi, di effettuare i pagamenti e riportare resti e
scontrini giustificativi. In questo è sempre accompagnato da qualcuno dei membri
del gruppo, che lo aiuta a portare la spesa e nei confronti del quale di solito
il Sig. Pietro assume l’atteggiamento di chi sta addestrando un altro per fare
qualcosa. Il Sig. Pierino, dopo un periodo di addestramento accompagnato
dall’operatore e in seguito dal Sig. Pietro va tutti i giorni a prendere il
giornale e altre pubblicazioni.
Il supporto degli operatori alla spesa settimanale è stato offerto fino alla fine del mese di ottobre 1995 dagli operatori del Centro Sociale Basaglia. Successivamente il supporto per quanto riguarda la spesa settimanale viene dato dal personale di servizio al gruppo-appartamento.
Per quanto riguarda il punto 2), attualmente tutti hanno bisogno del supporto degli operatori, i quali accompagnano le persone quando devono ritirare i soldi della pensione, fare dei versamenti in banca, andare dal medico di base ecc. In queste occasioni gli operatori lasciano ad ognuno i massimi spazi consentiti per il normale svolgimento delle operazioni, spiegando previamente, quando necessario, il loro significato e le modalità di esecuzione.
Nelle uscite quotidiane durante il tempo libero, tutti sono in grado di raggiungere i punti di riferimento (bar, tabaccai), anche se non tutti sono in grado di effettuare le transazioni relative. Il Sig. Pierino è in grado di ordinare e di pagare, anche se non conosce esattamente il valore dei soldi, mentre il Sig. Franco non è in grado di esprimersi sempre con sufficiente chiarezza.
Il supporto degli operatori per quanto riguarda le uscite comprende due aspetti. Il primo si riferisce all’addestramento delle persone con handicap di tipo intellettivo (i Sigg. Pierino e Franco), in modo che possano acquisire le nozione fondamentali per una resa adeguata alle loro capacità di autonomia. Il secondo aspetto è quello della riabilitazione delle altre persone che per motivi diversi non erano più abituate a muoversi autonomamente al di fuori delle strutture residenziali. Per queste persone si utilizza la riunione del mattino come momento decisionale per quanto riguarda le uscite per spese e acquisti e come momento di diffusione delle informazioni e di stimolo alla collaborazione.
In
pratica, tutte le persone erano già prima in grado uscire autonomamente quando
sussistevano motivazioni d’interesse puramente individuale (comprare le
sigarette, prendere il caffè). Sta aumentando gradatamente il numero di persone
che escono per scopi che non sono il soddisfacimento di bisogni puramente
individuali, ma che riguardano il gruppo. E’ prevedibile che nei prossimi mesi
l’autonomia nelle uscite di cui al punto 1) sia notevolmente aumentate per tutti
gli ospiti sia pure in maniera diversa per ognuno. Tre/quattro tra i membri del
gruppo appaiono in grado di raggiungere un’autonomia che li permetta di
effettuare le uscite per gli acquisti comuni senza il supporto degli operatori.
4. Aspetti relazionali e dinamiche di gruppo
Per la creazione dell’identità del gruppo ha giocato come elemento positivo il fatto che le persone siano arrivati nella struttura di Pianezza in seguito ad una scelta o in seguito all’adesione ad una proposta alternativa alla comunità precedente. Gli ostacoli alla convivenza sono invece derivati dalla disomogeneità delle persone e dalla diversità della provenienza. Quest’ultima comportava tra l’altro consuetudini molto diverse per quanto riguarda la conduzione della comunità, i margini di autonomia lasciati ai singoli e le norme di convivenza sovente molto diverse secondo i casi.
Già dall’inizio il Sig, Pietro ha dimostrato spiccata disponibilità nei confronti della gestione della casa. Questo gli ha consentito di collocarsi subito in una posizione di leader all’interno del gruppo. Da lui in effetti partono molte iniziative per quanto riguarda la conduzione della casa: fare le pulizie, apparecchiare, fare la spesa, preparare la colazione, fare il caffè ecc. Si dà da fare, stimola gli altri e li rimprovera quando li vede apatici e poco disponibili. Il suo modo di fare, alle volte anche brusco, è comunque accettato dal gruppo, che di solito reagisce positivamente al pungolo del leader, in appoggio del quale interviene sovente il Sig. Riccardo, che di solito si offre per accompagnare il Sig. Pietro per fare le spese, per scrivere sulla lavagnetta le cose da comprare, per accompagnare i colleghi e l’operatore di turno quando si tratta di uscire per acquisti o per altri motivi.
Il Sig. Felice rimane un po' al margine delle dinamiche del gruppo, al quale si avvicina nelle cose che lo toccano più direttamente, per esempio quando si tratta di scegliere il menu o di decidere le spese da fare. Per il resto tende ad abbandonare il gruppo al suo destino, mostrando un ostentato distacco col quale intenderebbe sancire la propria superiorità nei confronti degli altri, anche si attualmente si mostra più disponibile nei confronti del gruppo.
I Sigg.
Piero i e Francesco si mantengono alla periferia del gruppo, mantenendo
rapporti sporadici quando si discutono assieme i problemi. Il Sig. Francesco
reagisce alle sollecitazioni verbali assentendo e anche mediante risposte
verbali sufficientemente chiare, mentre il Sig. Piero presta attenzione ai
discorsi comuni soltanto quando sollecitato direttamente a farlo. Comunque
riescono ad offrire la loro collaborazione nei momenti comuni.
I Sigg. Franco e Pierino hanno stabilito un rapporto di amicizia e passano parte della giornata assieme, lavorando in giardino, chiacchierando in un linguaggio comprensibile solo a loro e scherzando. Nei loro confronti alcuni dei membri del gruppo hanno assunto un atteggiamento protettivo e, alle volte, direttivo che, comunque i due non sembrano rifiutare.
In generale i rapporti tra i membri del gruppo possono essere ritenuti buoni, tenuto conto dalla provenienza da comunità molto diverse e dalle particolari difficoltà relazionali che interessano una buona parte dei membri del gruppo stesso.
E’ significativo che benché quattro dei membri del gruppo dispongano di un televisore personale, li si trovi insieme nel salone per guardare la televisione comune.
L’ambiente nel gruppo può ritenersi sereno e anche nei momenti in cui la tensione verso mete od obiettivi esterni crea difficoltà nell’identificazione e distorsioni nell’orientamento globale, si è potuto osservare da parte degli elementi con personalità più spiccata (Felice) o più impegnati (Pietro) un tentativo di creare un movimento corale, di ricerca di orientamenti comuni.
Inizialmente il gruppo era sovrastato dall’iperattività del leader, che
proponeva le cose da fare ed era il primo ad accettare le proposte degli
operatori trascinando con sé gli altri. Successivamente anche altre persone
hanno assunto un ruolo più attivo all’interno del gruppo. Felice, per esempio,
partendo da un atteggiamento rivendicativo rispetto ai pasti ha contribuito a
svegliare l’interesse per la qualità del cibo in altri, adesso quasi tutti
esprimono i propri gusti rispetto ai singoli piatti e cominciano a fare scelte
più precise e motivate per quanto riguarda il menu quotidiano.
5. Aspetti progettuali riguardanti i singoli membri del gruppo
L’obiettivo comune dell’aumento dell’autonomia personale e sociale degli ospiti va raggiunto attraverso un intervento di supporto ai singoli, sfruttando le occasioni fornite dalla vita quotidiana. Nonostante la scarsità del personale impegnato, si ritiene che siano stati dei raggiunti dei risultati, proprio perché sono stati identificati diversi tipi d’intervento per le singole persone. Da una parte sono state stimolate alla collaborazione, allo scambio e alla conoscenza reciproca, oltreché al mutuo-aiuto; d’altra parte si è tenuto conto delle difficoltà delle persone con handicap riferito all’ambito intellettivo, per le quali si è tenuto conto della necessità di uno specifico addestramento in settori specifici.
Qui di seguito vanno date alcune indicazioni su ognuno dei membri del gruppo-appartamento che possono servire per valutare il loro percorso di autonomizzazione.
In ognuno dei casi si è tentato di individuare l’evoluzione dell’atteggiamento nei confronti del progetto e le possibilità di incremento della propria autonomia sulla base degli elmenti emersi in questi mesi.
Anno di nascita: 1934. Comunità di provenienza: Primavera.
L’accettazione rispetto al progetto di gruppo-appartamento è apparsa piuttosto scontata e passiva. Nonostante ciò ha dimostrato dall’inizio la sua disponibilità a cooperare nella gestione del gruppo-appartamento.
Il suo denaro è gestito dagli operatori, con modalità simili a quelle già avviate nella comunità di provenienza. Egli vorrebbe disporre di più soldi (attualmente può disporre di settemila lire al giorno) ma dichiara con candore disarmante che i soldi in più li utilizzerebbe per “qualche bianchino in più”.
Per quanto riguarda la vita di gruppo appare sereno. E’ sempre aperto al sorriso, anche se manifesta una certa pigrizia quando si tratta di realizzare i lavori di casa.
Comunque collabora attivamente in alcune attività (preparare il tavolo) e anche nella pulizia della propria stanza. E’ apparso in generale sufficientemente controllato per quanto riguarda l’assunzione di alcolici.
Inizialmente interessato ad uscire solo per motivi d’interesse individuali (per le sigarette o il bar), attualmente stimolato a farlo anche per motivi d’interesse comune.
Il suo
stato di salute è apparso buono. All’inizio dell’autunno è intervenuto il medico
di base in seguito a sintomi influenzali.
Felice F.
Anno di nascita: 1931. Comunità di provenienza: La Vetta.
Ha accettato di far parte del gruppo-appartamento solo dopo che si è insistito a lungo ed in seguito a precise rassicurazioni. Riportiamo a questo proposito la testimonianza di uno degli operatori del Centro Sociale Basaglia.
Felice è stato “l’osso duro” del gruppo-appartamento di Pianezza, ovvero la persona più difficile da portare da Collegno, legatissimo più di altri alle sue abitudini, le sue panchina, non tanto alle persone, ma all’ambiente. Ci sono volute moltissime discussioni, prima che accettasse solo l’idea del trasferimento, ma alla fine rassicurato più volte sul fatto che se non gli fosse piaciuta qualche cosa avrebbe fatto ritorno a Collegno, ha accettato il trasferimento. Da subito ha voluto seguire una prassi diversa da tutti gli altri ospiti: mi ha chiesto espressamente di fargli il trasloco con l’ausilio del furgone del Centro Sociale Basaglia. In seguito ha voluto che gli sistemassi le sue cose nella nuova stanza. In questa fase Felice risultava molto affaticato ed allo stesso tempo suscettibile ma soprattutto contento. Ho potuto notare che da quando Felice abita a Pianezza è piano piano diventato più socievole ed espansivo, ha perso il menefreghismo... Adesso per esempio se resta da solo in casa si lava i piatti. In definitiva è più’ umano, sta molto meglio e, ciò che conta di più, è lui stesso a dirlo.
Dall’inizio il Sig. Felice ha preteso che le cose funzionassero secondo quanto
gli era stato promesso, cioè in base ad un progetto di convivenza basato sul
fatto che egli era il padrone di casa. Consapevole del fatto che gli operatori
sono pagati con i suoi soldi, pretende che essi lo accontentino, in quello che
considera i suoi diritti: preparazione del pranzo, pulizia dei locali, lavaggio
e stiratura del vestiario e supporto/assistenza.
E’ molto preciso quando si tratta di fare i conti per verificare la fattibilità o meno di qualcosa. Nelle riunioni del mattino s’interessava inizialmente solo ed esclusivamente di quella parte del menu che lo interessava principalmente. In pratica ha sempre preteso che la carne venisse comperata quotidianamente (“fresca”, cioè che non provenisse dal frigo). Questa sua pretesa ha condizionato successivamente il modo di fare le spesa. Ci si è resi conti che il poter fare le spese quotidianamente offriva ai membri del gruppo-appartamento più ampie possibilità di contatto con il territorio, di aumento delle possibilità di gestire la propria quotidianità. In pratica la pretesa del Sig. Felice di avere tutti i giorni la carne “fresca” ha stimolato il gruppo ed adesso anche altri si preoccupano della scelta del menu, di valutare quello che è più conveniente e di andare a comprare quanto occorre.
E’ apparso sempre restio a partecipare alle iniziative comunitarie (non ha voluto partecipare alle gite), anche se adesso partecipa più a lungo e con meno ostentata indifferenza alle riunioni del mattino. Prende di più in considerazione i suoi compagni, anche se continua a privilegiare come interlocutori gli operatori del servizio.
Data
situazione di partenza, sembra positivo che il Sig. Felice abbia accettato i
suoi conviventi, stabilendo con alcuni di essi un buon rapporto (come succede
con il Sig. Pierino). Accetta gli interventi del Sig. Pietro, che qualche volta
lo ha rimproverato quando lo vedeva poco impegnato nelle pulizie o nella
collaborazione ai lavori di casa.
Pietro G.
Anno di nascita: 1927. Comunità di provenienza: Primavera.
Il Sig. Pietro è autonomo nella gestione del proprio denaro. Pur avendo difficoltà nella lettura e nella scrittura riesce a fare da solo diverse commissioni, uscendo quotidianamente da solo od in compagnia di altri membri del gruppo per fare le spese.
E’ molto attivo per quanto riguarda la conduzione del gruppo-appartamento, interessandosi molto per tutto quanto riguarda la vita quotidiana.
Si considera il leader del gruppo, anche se alle volte soffoca un po’ le iniziative degli altri, per il suo bisogno di strafare. Assume nei confronti delle persone più sprovvedute un atteggiamento protettivo e fraterno.
Ha bisogno di essere supportato nel suo ruolo di leader, chiedendo sovente conferma della validità del proprio operato.
E’ sempre disponibile per quanto riguarda le uscite. Ama andare a ballare e, in genere, uscire per divertimento.
Ha avuto
alcuni problemi di salute ed è stato sottoposto ad alcune analisi cliniche,
dietro prescrizione del medico di base. Attualmente si è ripreso, anche dal
punto di vista psicologico. Il suo stato di salute infatti lo aveva preoccupato,
manifestando una certa ansia che è riuscito a superare con l’aiuto degli
educatori.
Franco G.
Anno di nascita: 1943. Comunità di provenienza: Lila.
E’ interdetto. Attualmente il tutore è l’assessore competente del Comune di Collegno.
Non è in grado gestire il proprio denaro. E’ in possesso di un linguaggio verbale molto rudimentale (usa parole frasi alle volte scarsamente comprensibili). E’ analfabeta.
Ha fatto dei progressi per quanto riguarda la comunicazione verbale: adesso di solito pronuncia il nome delle persone alle quali si rivolge. Risponde al telefono con disinvoltura pronunciando un chiaro “pronto”.
Si è adattato bene alla nuova situazione, accetta i consigli e anche i rimproveri del Sig. Pietro.
Si comporta adeguatamente durante le uscite e le gite.
E’ stato accettato dal gruppo con i suoi limiti e sia il Sig. Pietro che il Sig. Riccardo lo seguono nelle uscite. In particolare il Sig. Riccardo lo accompagna e aiuta quando deve andare dal tabaccaio per comprarsi le sigarette.
Durante l’ultimo mese ha cominciato a maneggiare i soldi per andare al bar o dal tabaccaio, anche se non è in grado di contare e non conosce il valore dei soldi. Tende però a rendere conto di quello che ha speso, consegnando il resto.
I limiti
del suo percorso di autonomizzazione dipendono sostanzialmente dal suo deficit
intellettivo, anche se il suo inserimento nel gruppo e l’accettazione da parte
degli altri gli hanno consentito di mantenersi sereno anche in seguito al
cambiamento.
Piero L.
Anno di nascita: 1948. Comunità di provenienza: Lila.
E’ inabilitato. Curatela: assessore competente del Comune di Collegno.
E’ aiutato nella gestione dei propri soldi dagli operatori.
Appare piuttosto chiuso in se stesso, estraneo sovente a quello che gli capita intorno. Richiamata la sua attenzione risponde a tono ma ripiomba quasi subito nel suo mondo interiore.
Comunque in diverse occasioni ultimamente ha mostrato interesse per alcune cose nei confronti delle quali prima appariva indifferente, per esempio parlando delle scelte nel menu, ha dichiarato la sua preferenza per alcuni cibi, chiedendo che alcuni altri venissero tolti dal menu.
Dev’essere stimolato a prendersi cura della propria stanza e degli spazi comuni.
Ha passato un periodo difficile, durante il quale chiedeva agli operatori di aiutarlo, di non lasciarlo solo perché aveva paura.
Dopo il mese di agosto non ha più frequentato il negozio di pianoforti dove poteva andare a suonare. Ha solo ripreso a farlo, ma molto sporadicamente verso metà novembre.
Ogni tanto
telefona agli zii di Pinerolo. Il fratello è venuto una volta a fargli visita e
lo ha portato a casa un pomeriggio.
Pierino P:
Anno di nascita: 1942. Comunità di provenienza: Lavoratori.
Il Sig. Pierino ha accettato volentieri l’inserimento nel gruppo appartamento. Già dall’inizio si è dimostrato molto disponibile e collaborativo.
Si esprime verbalmente con difficoltà, prevalentemente in piemontese. Comunque riesce farsi capire. E’ analfabeta e non conosce l’uso dei soldi e, d’altra parte, non possiede le capacità sufficiente per compiere un percorso di alfabetizzazione. Ciononostante riesce a gestirsi una modica quantità di soldi, effettuando autonomamente alcune piccole spese personali. Quando va al bar, si preoccupa di ritirare lo scontrino della consumazione, che riporta puntualmente all’operatore. Inoltre si è preso l’incarico quotidiano di acquistare il giornale.
Fa molta attenzione all’andamento delle cose in comunità. Nota se qualcosa non va e avverte gli operatori. Sa dove sono ubicati gli oggetti di uso quotidiano e le derrate alimentari, rendendosi di aiuto con le sue precise informazioni.
Inizialmente ha passato un periodo in cui appariva più ansioso del solito. Attualmente comunque si mostra sereno e partecipa con evidente soddisfazione alle iniziative che gli si propongono.
La sua autonomia personale ha raggiunto risultati più che accettabili. Basta un piccolo accenno perché sistemi le sue cose e la sua persona secondo modalità socialmente adeguate.
Pur non avendo delle capacità per arrivare ad un’autonomia simile a quella di altri membri del gruppo, se trova un ambiente sereno è in grado di offrire una fattiva collaborazione all’andamento della casa.
I limiti
del suo percorso di autonomizzazione dipendono essenzialmente dal suo deficit
intellettivo, il quale però non gli ha impedito di adattarsi velocemente alla
nuova situazione e di stabilire un buon rapporto con gli altri membri del
gruppo.
Riccardo R:
Anno di nascita: 1936. Comunità di provenienza: Lavoratori.
Ha accettato volentieri la proposta del gruppo-appartamento. E’ generalmente ben disposto nei confronti delle iniziative che riguardano la conduzione della casa. Esce tutti i giorni con il Sig. Pietro per effettuare le spese e partecipa volentieri ad uscite e gite.
Gestisce con oculatezza i soldi che chiede, quando ha bisogno, all’operatore responsabile.
Ha accettato di aiutare il Sig. Franco, accompagnandolo quando deve acquistare le sigarette.
Esce autonomamente di casa per piccole passeggiate, anche se preferisce di solito farlo in compagnia di qualcuno, preferibilmente con gli operatori in turno.
Partecipa
volentieri alle uscite che gli si propongono, mostrando di apprezzare i luoghi e
le diverse situazioni.
Francesco R.
Anno di nascita: 1926. Comunità di provenienza: Lavoratori.
Inizialmente ha accettato piuttosto passivamente il trasferimento nella situazione di gruppo-appartamento. Chiuso in se stesso, risponde comunque sempre alla comunicazione verbale che gli viene rivolta.
Ultimamente ha cominciato a partecipare di più alla conduzione della casa. Attualmente esce tutti giorni per fare la spesa, con i Sigg. Pietro e Riccardo o con l’operatore in turno.
Nelle gite, pur mantenendo il suo atteggiamento riservato e taciturno, partecipa con gli altri alle attività di gruppo.
In modo
particolare ha mostrato delle reazioni con comunicazione verbale un giorno in
cui è venuto a mancare il latte, che prende abitualmente per colazione. In
quest’occasione si è rivolto al Sig. Pietro per dirgli che mancava il latte. Il
Sig. Pietro ha riferito l’episodio durante la riunione di gruppo del mattino e
questo è servito per invitare il Sig. Francesco a esprimersi quando qualcosa non
va e a prendere l’iniziativa per risolvere eventuali mancanze nell’andamento
della casa. A partire da questo episodio ha cominciato a partecipare alle uscite
per la spesa.Il suo comportamento nelle uscite appare corretto. Lo stato di
salute è buono.
6. Osservazioni per la valutazione dell’attuazione del progetto
Riteniamo si possa individuare la novità di questo progetto sulla base di questi punti: 1) la diversità di livelli di autonomia impiegata come risorsa, 2) l’associazionismo come strumento e modalità d’intervento, 3) lo spostamento dell’asse dell’intervento dalle autonomie di base agli aspetti relazionali.
Per quanto riguarda la diversità della tipologia degli utenti che sono stati coinvolti nel progetto, alla quale si è accennato precedentemente, si può affermare che l’inserimento di due persone con deficit intellettivo e con autonomia personale notevolmente inferiore a quella degli altri membri del gruppo ha reso inizialmente più impegnativo l’attuazione del progetto, in quanto ha richiesto dagli operatori un intervento non preventivato sulle autonomie personali di base (lavarsi, vestirsi) e su alcuni comportamenti sociali. Il fatto di aver coinvolto gli altri membri del gruppo nel supporto di queste due persone, si è rivelato produttivo per l’economia del gruppo ed è servito per attivare una dinamica di mutuo-aiuto tra i membri del gruppo stesso, oltreché di collaborazione con gli operatori.
D’altra parte, tenendo contro dell’età delle persone coinvolte nel progetto e delle loro difficoltà personali e relazionali, non è pensabile un percorso di autonomizzazione a lunga scadenza del quale siano sufficientemente chiari gli obiettivi. Quello che si può prevedere a breve scadenza è la stabilizzazione della situazione residenziale, da una parte, e l’avviamento di nuovi meccanismi di supporto e d’autonomizzazione attraverso la creazione di un’associazione. Questa può essere per i soci un’ulteriore garanzia per quanto riguarda il proseguimento del percorso di autonomizzazione dalle strutture sanitarie e di tutela dei loro diritti nella nuova sistemazione territoriale.
Per quanto possa apparire difficile prevedere un percorso associativo con utenti provenienti dall’ospedale psichiatrico, sono invece piuttosto evidenti i progressi fatti dagli otto membri del gruppo per quanto riguarda la capacità di creare un ambiente sereno in una situazione di autogestione, che per questo poteva essere scatenante di ansie e fonte di angoscia. Se ciò non è avvenuto è perché la nuova situazione ha permesso ai singoli di utilizzare le proprie risorse, mettendole a disposizione del gruppo. Non importa che questo sia successo in modo inconsapevole per i membri del gruppo-appartamento. Ciò che non si può negare è le prospettive che la formula di autogestione offre per queste persone, a dispetto dell’età, dei condizionamenti istituzionali, degli stessi deficit intellettivi e delle difficoltà relazionali.